A S. Stefano è significativo ed importante la presenza di ben 12 mulini idraulici ubicati lungo un canale alle pendici di una collina. Quando veniva fatta defluire l' acqua, catturata dal torrente Apa, in località Valle di Malito, attraverso una galleria scavata nel I° secolo d.C., si consentiva a tutti i 12 mulini di macinare.
La galleria lunga 800 m., larga 1,50 m e alta 2,5 m, già utilizzata per portare l'acqua alle terme romane sulla sottostante piana di Corvaro, veniva usata come bottino o serbatoio di carico, meglio conosciuta in zona col termine di "Refota". Per "Refota " non si intende soltanto la galleria ma tutto il canale dei mulini compresa l'acqua che vi scorreva.
Seguendo il corso dell' acqua, da monte a valle, è il primo mulino ubicato subito dopo la galleria d'epoca Romana di una serie di ben 12 mulini. Tutti costruiti alla fine del secolo XVII di cui :
quattro costruiti all' interno del paese di S. Stefano;
otto lungo lo sbalzo che va dalla località "AIE" alla piana in località San Silvestro (Santu Selvestru).
Sono stati realizzati con materiale reperito in loco ( legno di quercia, pietre e calce ricavata dalle "Calecare" locali).
Le macine invece, sono state acquistate dalla Valle d 'Aosta.
Il mulino "Martorelli" è l'unico che si è conservato nei secoli, ad eccezione dello stipite della porta rifatta in cemento (che era stata realizzata con pietre e legno) non ha subito alterazioni nella struttura e nel meccanismo di funzionamento.
La sua conservazione strutturale è dovuta al fatto che è stato l'ultimo dei dodici a smettere di macinare nel 1956 a causa della morte del proprietario del mulino: Martorelli Giacomo.
Nel 1944 in seguito agli avvenimenti bellici della II guerra mondiale che portarono alla distruzione dei mulini elettrici "Mola di Ulisse in località Madonna di Collefegato" fu riattivato e continuamente utilizzato dalla popolazione di S. Stefano, Corvaro, Spedino, Cartore e S. Anatolia fino al 1956.
Dal 1956 ad oggi ne ha curato la conservazione con sapienza ed appassionata capacità artigianale il figlio di Giacomo, Domenico Martorelli che aveva acquisito tutti i segreti del mugnaio (Molenaru), conservando tutti gli accessori necessari per il funzionamento del mulino.
Tratto da "L' Acqua : Ricchezza del territorio Patrimonio da conoscere e tutelare", realizzato dagli alunni dell' istituto comprensivo di Borgorose -(Ri) Anno scolastico 2001-2002 sotto la direzione del Prof. Enzo di Marco
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